Il Viaggio Magico intervista Elisabetta Mazzeo

Elisabetta Mazzeo

A cinque anni dalla prima intervista, torniamo a colloquio con Elisabetta Mazzeo, in occasione di due importanti novità: l' uscita del suo libro e un nuovo sito web.

Elisabetta, da alcuni anni hai  concluso la tua collaborazione con Premium Sport, qual è il motivo?
Ho lasciato Premium Sport quando sono rimasta incinta. Conciliare la collaborazione da inviata con la gravidanza è risultato molto difficile, per ovvi motivi. Ma posso dire a gran voce che è stata una bellissima avventura che porterò sempre nel cuore. Un percorso di crescita umano e professionale.

Così sei diventata mamma, complimenti :)
Eh già, a proposito di avventure...sono diventata mamma di Silvia. L'esperienza più intensa, totalizzante e anche imprevedibile che potessi mai immaginare. Mia figlia ora ha due anni e mezzo. Un periodo in cui ho imparato a guardare il mondo con i suoi occhi, ad assaporare ogni attimo, a riscoprire la bellezza della semplicità. Ha stravolto completamente la mia vita, le ha dato nuove priorità, imposto nuovi ritmi.

A Retesole hai ideato e conduci un nuovo format, Un giorno ti dirò...
Ho continuato, potendo conciliare a distanza la mia nuova vita da mamma con le necessità lavorative, il mio impegno con Retesole divenendo vice direttore e curando un format "Un giorno ti dirò" ispirato proprio da mia figlia. Un modo per raccontare a lei e alle nuove generazioni momenti e personaggi del tempo che stiamo vivendo. Una sorta di eredità mediatica che grazie al web sarà disponibile a lei come a tanti altri bambini di oggi, anche tra qualche anno.

Sta per uscire nelle librerie il tuo nuovo libro: Vite da campioni, ispirato al talk show che hai condotto...
L'anno 2020 è iniziato con un'altra avventura: un libro. Il titolo è "Vite da campioni" (edito da Bertoni editore). E' già disponibile su tutti gli store
on line e ordinabile in libreria. Si ispira all'omonima trasmissione televisiva andata in onda su Retesole e da me curata.

Raccoglie le storie di venti atleti (ventuno considerando lo "special guest" Luca Pancalli). Ognuno con il proprio bagaglio di esperienze, di anni di gavetta, di sconfitte cocenti ed esaltanti vittorie. Ma anche e soprattutto con la propria valigia carica di emozioni, sentimenti, gioie e delusioni. Uomini e donne che grazie e attraverso lo sport sono diventati punto di riferimento per tanti giovani che oggi si avvicinano al mondo delle discipline cosiddette “minori” e dello sport paralimpico. Atleti di ieri, di oggi e di domani. Vincenzo Abbagnale, Emanuele Blandamura, Sara Cardin, Matteo Cavagnini, Cristina Chiuso, Laura Coccia, Oxana Corso, Diego Crescenzi, Elisa Di Francisca, Fabrizio Donato, Rosalba Forciniti, Edwige Gwend, Daniele Masala, Annalisa Minetti, Carlo Molfetta, Maria Moroni, Paolo Pizzo, Massiliano Rosolino, Giuliana Salce, Alessio Sarri. Persone (prima che atleti) straordinarie che si sono raccontate a cuore aperto, senza filtri. Tra luci e ombre. Sono storie che danno voce ad una serie di discipline magari poco conosciute ai più ma non per questo meno spettacolari. Storie di Vite da campioni.

Ti piacerebbe fare una nuova edizione di Vite da campioni, magari portandolo su una Tv nazionale?
L'idea di trasferire il format televisivo Vite da Campioni su una tv nazionale mi ha naturalmente sempre stuzzicato, ma credo che quell'alchimia e quella sintonia che si sono create in quel periodo storico, tra me, la mia troupe e gli atleti stessi sia difficilmente replicabile. E a me non piace ripetermi. Perché mi faccio guidare dalle emozioni. Non metto in dubbio che potrebbe venirne fuori un prodotto migliore dal punto di vista tecnico (per via, ovviamente, della maggiore disponibilità di uomini e attrezzature). Ma credo che il successo di Vite da Campioni sia dovuto anche alle imprecisioni, alle sbavature, ai piccoli difetti dovuti alla foga del momento o all'imprevisto. E questo ha permesso di trasmettere al pubblico tutta
la genuinità di quegli incontri. Da cui poi sono derivate le storie che ho raccontato nel mio libro.


Da poche settimane un altro tuo progetto ha visto la luce: il sito distantimaunite.com, nel quale hai coinvolto diverse colleghe e amiche.
E poi è arrivato il progetto Distanti ma unite. Un'idea nata come un gioco in un pomeriggio di inizio quarantena. Un gruppo whatsapp, poi un
blog e pochissimi giorni dopo un sito. Un progetto per tenerci compagnia, per raccontare e raccontarci, per condividere emozioni e sensazioni legate
al momento storico che stavamo vivendo, con la pandemia globale che ci aveva appena investito come un pugno in pieno volto quando meno te l'aspetti. Metterci a scrivere è stato un modo per sentire meno la distanza fisica e la malinconia di non potersi ricongiugere a parenti e familiari.
Per combattere l'isolamento e sentirci più forti ed energiche. Perchè unendo le forze le donne possono davvero tutto. E in questo caso il potere
sta nella condivisione, come recita il nostro sottotitolo. Oggi quel progetto va avanti, nonostante la fine dell'emergenza, e vede in campo un
nutrito gruppo di colleghe, giornaliste e amiche, ognuna con la sua rubrica, il suo tema di interesse, il suo stile e la sua sensibilità.
Un arricchimento continuo di idee e contenuti che potete trovare sul nostro sito https://www.distantimaunite.com e sulle nostre pagine social.


Come riesci a organizzare il lavoro e la nuova avventura con distantimaunite con la tua vita di mamma?
C’è un unico segreto per conciliare il tutto: dormire poco e ottimizzare il tempo a propria disposizione.


Intervista pubblicata il 21 giugno 2020.

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