La nostra intervista a Valentina Menassi, brava e bellissima giornalista economica. Da pochi giorni Valentina conduce il programma
Te la do io la finanza.
Qual è l’aspetto principale del tuo carattere?
Sono una persona seria, ma non seriosa. Mi piace scherzare e credo che questo equilibrio sia una delle mie caratteristiche distintive: la vita va presa sul serio, ma sempre con un sorriso e una battuta pronti.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Può sembrare una risposta scontata, ma amo trascorrere il tempo con la mia cagnolina Nina. Stare con lei mi rilassa e mi rigenera. Adoro anche stare all’aria aperta, immersa nella natura, quando riesco. Allo stesso tempo, non posso negare il mio lato da motociclista, nche se ultimamente sono più prudente: la sicurezza sulle strade mi preoccupa, troppe persone guidano distratte dallo smartphone.
Il film e il libro preferiti.
Tra i film, “Se mi lasci ti cancello” è un classico che mi emoziona ogni volta: lo riguardo sempre con gli occhi lucidi. Sono anche una grandissima
fan di Tim Burton: da bambina, mentre tutti aspettavano Babbo Natale, io sognavo di incontrare Jack Skellington di The Nightmare Before Christmas. Per quanto riguarda i libri, da appassionata di economia, il mio preferito è La ricchezza delle nazioni di Adam Smith, pubblicato nel
1776: un caposaldo che continuo a consultare.
Il tuo piatto preferito.
Domanda difficilissima! Direi il nigiri al salmone e la carbonara, un mix improbabile, lo so, ma nel mio stomaco gli opposti si attraggono. Però,
in cima alla lista ci sono le cotolette alla milanese preparate da mia mamma, accompagnate da una Coca-Cola Zero rigorosamente con ghiaccio
e limone. Mi ricordano le domeniche dopo la messa, quando io e mio fratello le aspettavamo con gioia, pronti a farne grandi scorpacciate.
Com'è nata la tua passione per il giornalismo?
Fin da piccola amavo raccontare storie, ma soprattutto i fatti. Ricordo che i miei genitori mi regalarono uno dei primi smartphone con fotocamera,
e io registravo tutto quello che vedevo, commentandolo come una piccola reporter, per poi salvare i video su una chiavetta USB (non sono così vintage da usare i floppy disk!). Adoravo andare al supermercato con mia madre, con lei guardavo i prezzi di tutti i prodotti. Poi era una grande appassionata di matematica e mi aiutava a fare sempre i compiti e, in qualche modo, è nato così il mio rapporto con i numeri. Un mix tra la me
che si filma mentre parla e la "passione per i cartellini" ed il gioco è fatto.
La bellezza è più un aiuto o un ostacolo nella tua carriera di giornalista?
Purtroppo, soprattutto qualche anno fa, era diffusa l’ idea che una donna di bell’ aspetto non potesse anche essere competente. Un pregiudizio
che ho sempre trovato profondamente sbagliato. Mi rifaccio all’ ideale dell’ antica Grecia: la kalokagathia, cioè l’ armonia tra bellezza esteriore e
valore morale. Oggi, per fortuna, questo pregiudizio è in parte superato. Per me, l’ aspetto fisico è semplicemente un segnale di cura verso se
stessi. E sì, nella mia carriera il bell’ aspetto è stato un aiuto, ma con grande dispiacere devo ammettere che ci sono stati episodi in cui
qualcuno ha pensato che potesse “barattare” un’opportunità professionale con il mio corpo. Ora, per fortuna, collaboro con realtà che mettono
al centro il rispetto della persona...e dovrebbe essere così per tutti.
Di cosa ti occupi come giornalista economica?
Ho iniziato occupandomi di economia dei consumi e previdenza e pensioni per Il Giornale. Oggi mi sto dedicando sempre più alla finanza, un mondo complesso ma affascinante. Credo fermamente nell’importanza dell’informazione finanziaria chiara e onesta: ci sono troppi “guru” improvvisati che vendono fumo. Come dice Warren Buffett: “L’investimento dev’essere razionale. Se non lo capite, non fatelo".
L' articolo a cui sei più affezionata?
Non è proprio un articolo, ma un’intervista. Un giorno un signore mi ha contattata: era stato vittima di una truffa. Aveva letto una recensione di un camper, firmata con il mio nome, che però io non avevo mai scritto. Qualcuno aveva rubato la mia identità online. Il malcapitato aveva acquistato il veicolo convinto che fosse tutto autentico, invece era una truffa ben orchestrata, con tanto di pagina clonata de Il Giornale.
Per giorni l’ho ascoltato, cercando di aiutarlo come potevo, la moglie non gli parlava più e lui era disperato. Dietro a queste storie ci sono sentimenti di forte umiliazione, ma bisogna capire che può accadere a tutti.
Da poco conduci Te la do io la finanza insieme alla tua collega Manuela Donghi. Che bilancio fai delle prime puntate?
Il bilancio è decisamente positivo. Abbiamo avuto ospiti con esperienze molto diverse, ma tutte legate dall’economia, che è un filo conduttore potente. Gli ascolti sono buoni e lavorare con Manuela è un piacere: la considero non solo una grande professionista, ma anche un’ amica.
È stata anche una delle persone che ho preso come modello per avvicinarmi a questo mondo.
Parlando di economia e finanza, il tema di attualità è la politica dei dazi commerciali imposti dal presidente Trump. Qual' è la tua opinione in merito? Italia e Unione Europea come stanno rispondendo?
Secondo molti analisti, i dazi sarebbero una mossa all’ interno di un più grande piano strategico di Trump di riportare l’industria negli Usa, dopo le delocalizzazioni avviate proprio dagli Stati Uniti negli anni '80; secondo altri, invece, servirebbero a spostare gli equilibri mondiali di nuovo a favore degli Usa, ai danni della Cina. Senza dubbio, l’Europa rischia di finire come il vaso di terracotta, in mezzo alle otri di acciaio.
L’idea di Meloni è quella di fare da pontiere tra le ragioni dell’Eu e gli interessi degli Usa, che continua a ritenere l’alleato più importante dell’Italia,
e dell’ Europa, in chiave occidentale. Certo è che il mestiere della Premier italiana è reso arduo, sia dall’ imprevedibilità di Trump, che dall’atteggiamento particolarmente ostico di Berlino e, soprattutto, Parigi, che è intenzionata a implementare il mercato Eu interno, privilegiando i settori energetici e della difesa francesi e tedeschi, a scapito di quelli Usa.
Cosa pensi del piano dell’ UE per un esercito comune e un programma di riarmo?
Potrei rispondere con una battuta: se non fossimo già ben armati, perché mai le industrie della difesa esporterebbero il 70% della loro produzione? Il punto è che non è chiaro se parliamo davvero di difesa o di qualcos’ altro. Dal 2014 a oggi, anche durante la pandemia, gli Stati membri hanno continuato a investire massicciamente in armamenti. Le spese sono raddoppiate, se non quadruplicate. Sembra più un’escalation che un semplice piano di difesa.
Se potessi ideare e condurre un nuovo programma di economia, quale sarebbe il suo tratto distintivo?
Vorrei realizzare un format che renda l’ economia semplice e accessibile a tutti. In particolare, mi piacerebbe approfondire il tema delle truffe economiche, una piaga sempre più diffusa che colpisce tantissime persone. In TV si usano spesso linguaggi complicati che confondono invece di chiarire. Vorrei spiegare l’economia con parole semplici, perché alla fine riguarda la vita di tutti.
C’è un programma TV che ti piacerebbe realizzare e condurre?
Sì, ho un format nel cassetto… ma non voglio spoilerare nulla! Poi, sono una grande fan di “Focus Economia” su Radio 24, condotto da Sebastiano Barisoni. Riesce a spiegare tutto con chiarezza, e credo che questo dovrebbe essere l’obiettivo di ogni giornalista: rendere comprensibile ciò che è complesso.
Intervista pubblicata il 21 aprile 2025.